19 maggio 2017

Che bella cacofonia, dal Belgio W.Victor omaggia a modo suo l'Italia (e i Balcani)


W.Victor, dal Belgio. Genere: "Cabaret-Italiano-Balkan-Deluxe-Festa-Totale". Signore e signori, questo è un genio. Che bella cacofonia, su etichetta Ottokar, è il suo quinto disco e quasi ci dispiace di non esserci accorti prima dell'esistenza di questo folle. Rimedieremo, perché uno così non possiamo proprio perdercelo.


Immaginatevi Paolo Conte che incontra Goran Bregović, ma immaginatevi anche che ciò avvenga all'interno di una sfilata carnevalesca. Immaginatevi un'orchestrina jazz alle prese con le marcette. Un cantante belga che canta in italiano. Ci vuole un po' di follia, o semplicemente un po' di pensiero laterale. O forse è sufficiente provenire da un luogo che non è l'Italia. Sì, perché mentre ce ne stiamo inquadrati nelle nostre belle caselline, basta uno che arriva dal Belgio per far saltare tutti gli schemi. Abituati come siamo agli stessi suoni, agli stessi arrangiamenti, agli stessi strumenti, agli stessi stili musicali, uno come W.Victor sballa tutto. Un brano come Taranbella destruttura tutto e dà nuova vita. "Qual è la migliore medicina / Questa è la bella tarantella / Qual è il suono diatonico", beh. Qui siamo alla metacomunicazione. Uno che inserisce le parole "suono diatonico", in italiano, nel testo di una canzone, ed è belga. Certo da un determinato punto (Azerty uiop) in poi il discorso va tutto in vacca e sembra di essere al Concerto del Primo Maggio, però Après la pluie mi ha ricordato i Mano negra, e questa è cosa buona. Ma le parole che potremmo dire su questo album sono infinite. Il mammut che parte con una strofa cantata come lo farebbe Amanda Lear (e dice: "Animale preistorico va dormire", che sarà anche una cavolata ma mi ha fatto ridere) e poi si sviluppa con toni epici. Notevole anche la constatazione della propria posizione sociale: sempre con una voce in stile Amanda Lear, il nostro W.Victor in Monte Carlo declama: "Le celebrita fanno una passeggiata / E per la gente fortunata, non per me" (l'ortografia è quel che è ma gliela perdoniamo). Che altro vi devo dire per convincervi a procurarvi questo disco? Secondo me già ascoltando l'iniziale E carnevale vi convincerete da soli (oppure scapperete) ma state attenti perché proseguendo vi imbatterete in Gigolo John, che "Fuma la pipa / Aroma femminile / Del marchio "Mercatore". Non so che altro dire, io un album di questo genere non l'avevo mai sentito e ora ho un nuovo idolo ai confini tra il genio e il trash. Marco Maresca

Tracklist:
1. E carnevale
2. Gigolo John
3. Che bella cacofonia
4. Sempre canto per lei
5. Perché
6. Taranbella
7. Azerty uiop
8. Après la pluie
9. Il mammut
10. Monte Carlo
11. Tranquilize me
12. Un giorno cosi

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