16 giugno 2016

Miss Mog, electro pop nel segno di Re Roger

Federer, un uomo, un mito. Ormai tramontato, certo, ma ancora in grado di piazzare ogni tanto la zampata contro il nuovo che avanza. I Miss Mog ne fanno un emblema scegliendolo per la copertina del loro disco ed omaggiandolo, pur prendendolo solo a pretesto, nell’omonima traccia, ma la domanda che spontaneamente rimbalza in testa come una pallina da tennis è: anche il loro electro pop sarà imbattibile come re Roger?

A sentire alcuni brani verrebbe da dire che sì, magari imbattibili no ma ben capaci di vincersi qualche torneo. Che so, dei buoni Gasquet, che non è mica male e non si può vivere di soli Djokovich, Nadal e Murray. Tracce come Venety fair ad esempio, dove un testo alienante ed azzeccato ben si coniuga col ritmo ossessivo di basso e drum machine, o come la seguente Pangea, in cui le aperture elettroniche solari dei ritornelli coinvolgono al pari del ritmo in sottofondo. Primo set vinto, un buon 6-3.
Che le corde della racchetta dei Miss Mog non siano ben tese però lo si evince da qualche scivolone. Panchine divelte, ad esempio, cerca di farsi forza di un testo ironico che colpisce solo a tratti e smorza l’effetto piacevole creato dall’elettronica eighties delle strofe ed il sound simil Empire Of The Sun dei ritornelli (dove il falsetto di Enrico convince però ben poco). Anche Complesso B spreca un bel potenziale, come un Fognini qualsiasi, lasciando che un buon beat ed un testo che analizza in maniera divertente le manie elementari dei nostri anni perdano fascino a causa di un ritornello in cui non convincono né il cantato né la scelta di mantenere lo stesso ritmo. Qui i Miss Mog cedono al tie break, pausa e si va al terzo set (scusate, non siamo al grande slam e si va al meglio dei tre).
Qui, all’improvviso, il tracollo che non ti aspetti. La causa? Pezzi come Faust, electro pop raffinato ma privo di mordente, o della conclusiva Sulle punte, sfogo finale di una vena danzereccia che, soprattutto associata ad una voce che ha ben poco da spartire col dancefloor, sembra essere il lato meno convincente del trio. 6-2 per l’avversario, onore delle armi ma avventura finita.

Il progetto veneto Miss Mog è interessante, ma nonostante gli anni (con l’ingresso della voce la band è attiva con l’attuale formazione dal 2010) sembra essere ancora perso in un limbo di indecisione. Pochi brani convincono appieno, alcuni non convincono per niente, gli altri vagano in una via di mezzo che soffre della varietà stilistica che, nel caso specifico, fa perdere identità alla band. Per ora non sono da slam, vedremo cosa ci riserva il futuro. Stefano Ficagna

Tracklist:

1. Un pomeriggio
2. Venety fair
3. Pangea
4. Faust
5. Federer
6. Panchine divelte
7. Complesso B
8. L'alibi
9. Meteoritmo
10. Razerology
11. Sulle punte

Nessun commento:

Posta un commento