9 giugno 2016

Holiday Inn e Hallelujah!, ecco uno split molto ma molto punk

Tutti li ascoltano, tutti li supportano, tutti li adorano, tutti vanno ai loro concerti. La domanda è: Holiday Inn e Hallelujah! Sono davvero i gruppi rivelazione di questo 2016? Sono davvero così ineccepibili e pazzeschi? La risposta è sì. Sono parte di ciò che di meglio la musica alternativa italiana abbia al momento da offrire e stanno dimostrando di esser le migliori novità di questo 2016, nel loro ambito. Da Verona e Roma, incontro a Bologna per Maple death records et voilà uno split molto, ma molto punk rock. Due pezzi per gli Hallelujah! e uno per gli Holiday Inn, nel castone di lusso rappresentato dal vinile 7 pollici in uscita per l’etichetta bolognese che pare non aver nessuna voglia di sfornare vere e proprie cannonate.

Già detto, la voce dei veneti è da diventarci matti, sembra quella di At rope’s end dei New bomb turks ovattata da una coltre di nebbia. Follia pura anche per i suoni, si intende: un roveto inestricabile di fischi, sterzate e sfaccettature. Insomma se gli Hallelujah! rappresentano il punk rock nuova scuola, siamo davvero su un’ottima strada. Ma già loro avevano picchiato duro con il loro primo disco (che ho già lodato abbondantemente, mi va di sottolinearlo), avevano dimostrato di saperci fare. Terror at the post office è puro delirio. E ha pure un ritornello orecchiabile, un assolo (che termina in uno sferragliamento cosmico) e una fine stoppata. You are the champion ne è il naturale continuum, anche se ne esce nettamente più pacata e “riflessiva”. È una ballata rock’n’roll sinottica e cantilenante. E poi ci sono le urla, ovviamente. Arriva Mob mob mob degli Holiday Inn, duo (o one-man-band a seconda delle volte) che prende il nome da boh, forse la catena di hotel dove dormono gli uomini d’affari che girano il mondo? Venendo al dunque, Golden standard laboratories dove sei? De facto e Arab on radar ben impressi in testa, ma qui non siamo in Colorado né tantomeno a San Diego: siamo a Roma Est. L’onda è stabile e malinconicamente arrendevole, mentre la sezione vocale le urla dietro di tutto sino alla fine, senza tregua. Perché questo disco è, fondamentalmente, senza tregua. Brevilineo ed esasperato, senza futuro. È un lavoro stentoreo ma che non vuole lasciar nulla in eredità. Uscito il 26 maggio scorso. Da avere, mi sto attrezzando per averlo. Andrea Vecchio

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