23 novembre 2015

Gli Hallelujah! e il Nordest

Che il Nordest sia sempre stato una fucina di innovazione musicale nel campo punk-noise non è una novità. Vi dicono qualcosa nomi come With love, Zurich against Zurich, Prima della pioggia, Rituals, To die for e Afraid! ? Bene, gli Hallelujah! da Trento e Verona dimostrano, con il loro S/T in formato LP one side appena uscito per Depression house, che lo spirito continui. E soprattutto vi spiegano come continui.

Sei tracce che dilaniano i suoni che abbiamo sentito provenire nel decennio scorso dalla San Diego marchiata 3-1-G e li rendono punk rock; sei martellate sui denti che fondano la loro concretezza su una voce alla New Bomb Turks di So long silver lining, per esempio, ma che la rendono ancora più malata e destabilizzante. Ascoltate per esempio The power of cin, che inizia come potrebbe iniziare una hit targata Cramps ma che ben presto si risolleva e penetra nelle ossa con una radiofonica e violenta influenza harsh e rock’n’roll: piatti, chitarre veloci e riprese plumbee. È caos, sino all’ultima, bellissima, e catartica Space, anticipata da una intro tutta brughiera e cappucci alzati. Gli Hallelujah! ci raccontano così, a modo loro le loro terre:come è giusto che sia, come ha sempre fatto il punk rock. Ci raccontano di come siano fatte, di cosa loro stessi osservino dai finestrini quando percorrono la Modena – Brennero. Il loro primo disco è uno stato d’animo contagioso ed immortale nelle sue intrinseche sfaccettature. Eccellenti, un gruppo così mancava da anni sulle scene. Come un thriller di Carlotto. Andrea Vecchio

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