28 maggio 2015

I Bad meds da Liverpool, una realtà (in cassetta) da supportare

Avete presente i primi lavori Deranged davvero fighi e rock'n'roll? Brutal knights, Double negative? Ed avete presente gli ultimi lavori davvero fighi, come Wastoids? Ecco, i Bad meds risultano ancora più scontrosi e nervosamente scorretti.  Fanno uscire una tape, innanzitutto. Cinque tracce per una tape prodotta da Maple death, etichetta italiana di Bologna. E loro sono di Liverpool e sono attivi dal 2011.

Questo EP è alquanto sgargiante, dalla copertina alla frustrazione che trasmette. I giri sono quelli, non c’è niente da dire né da aggiungere. Ma sono suonati in modo così ossessivo e stracciato che ti fanno subito saltare sulla sedia. Per alcuni tratti, ascoltatevi per esempio la seconda canzone del disco,You’re not my friend man, mi ricordano i Surf nazis must die.  Questo Bad meds dei Bad meds da Liverpool ti fa sentire scomodo ed inadeguato, ti sorprende pur facendoti ascoltare cose che ascolti da sempre, cose fatte da centinaia di gruppi. Non lo so cosa sia successo, forse perché incidono su cassetta. Non so. Musicalmente, se si ascolta Release the bees, non si pensa nemmeno di star ascoltando un disco punk rock. Eppure. I Bad  meds riescono persino a sconvolgere, almeno a tratti, l’impazienza del “cambio di marcia” dei Ceremony o le lunghissime e sfrigolanti epopee di cui si fregiano i Fucked up!. The city against itself è anni ’90 in tutto e ce ne si accorge da subito. C’è di tutto: anche il colpo di rullante prima della partenza veloce e il finale in discesa. La finale It’s grim up north è da esultare a vita.
Ragazzi io non so più cosa dire. È un disco importante, sì. È una realtà da supportare, sì. Come la mettiamo? Andrea Vecchio

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