13 febbraio 2015

SuperTempo - 29 - Rec. in 10 parole

Arrivano dalla provincia di Venezia i SuperTempo, col loro secondo disco, intitolato 29. L'etichetta è Go down records. Il loro modo di suonare lo definiscono "folk punk". Sono frizzanti, veloci, fanno canzoni immediate, sempre un po' più veloci di quello che ci si aspetterebbe da un power pop di sostanza, insomma ce la mettono tutta per divertire.

Recensione in 10 parole: veloci (ben quattordici pezzi nel disco, ma scorrono via fulminei, in poco più di mezz'oretta), voce (sempre abbastanza in primo piano, se la cava egregiamente, richiamando un po' al punk e un po' agli anni '60), inglese (il cantato), basso (bello pastoso e scoppiettante, anch'esso si trova una sua nicchia speciale tra l'hardcore punk e il surf rock), pezzi (risultano immediati e freschi ma sono ben costruiti, con cambi di tempo ed altre finezze inaspettate), Arctic monkeys (forse il riferimento più evidente), Blur (nel mischione di cose da cui i SuperTempo derivano ci metterei anche loro, in particolare per quanto riguarda i brani You're always late e 8 hours man), Iggy Pop (ma sì, inseriamo anche lui tra le influenze). Marco Maresca

Voto: ***/

Tracklist:
1. Blue rock
2. Hammer head
3. Be your friend
4. Steve
5. I'd rather burn than get burned
6. You're always late
7. 8 hours man
8. Perpetua
9. Mod-Joe
10. Swear your fats
11. Aged women do
12. Badball
13. Having fun
14. The kids are connected

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