6 ottobre 2014

L'EP dei Malascena recensito in 10 parole

I bolognesi Malascena si sono formati nel 2010. Qualche tempo fa hanno pubblicato un EP autoprodotto, intitolato semplicemente Malascena. Tra poco uscirà il loro primo full-lenght album, ma nel frattempo la band si è fatta le ossa suonando in apertura a Tre allegri ragazzi morti, Giuda, Pierpaolo Capovilla.

Recensione in 10 parole: alternative rock a stelle e strisce (Smashing pumpkins, My chemical romance, Nine inch nails, quelle cose lì), italiano (il cantato, per fortuna. Un applauso, come sempre, a chi prova ancora a scrivere canzoni in italiano nonostante tutto), mastering (i brani, registrati live in presa diretta nello studio, sono stati mandati poi in California da Tom Baker. Quello che ha curato il mastering di innumerevoli artisti tra i quali quelli citati in precedenza. Eppure è un EP registrato in saletta. Masterizzato in California, sì, ma che sa sempre di frequenze tagliate e di attitudine casalinga. E' un cliché del genere proposto e da lì non si può proprio uscire?), voce (graffiante, incisiva, un punto di forza), precisione (semplici le ritmiche di chitarra, dal sapore di anni '90 ma efficaci). Marco Maresca

Voto: **/

Tracklist:
1. Essere
2. Illudimi (di lunedì)
3. Madida
4. Alice
5. Malaidea

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