5 ottobre 2014

Il sodalizio Fabi/Silvestri/Gazzè tra spunti decorosi e qualche astuzia da classifica

Dopo aver ascoltato Il padrone della festa  non ho ancora deciso se l'idea di Fabi, Silvestri, Gazzé sia interessante o se sia soltanto un pretesto per fare un disco insieme.
I tre FaGaSi o FaSiGa provengono da percorsi simili e diversi al contempo. Mi sono chiesta che cosa hanno in comune i tre artisti. Età, luogo di origine (Roma), periodo in cui hanno iniziato a frequentare le sette note. Costante presenza sulle scene. E, come tutti, storie d'amore ed esperienze belle e brutte racchiuse sotto forma di ricordi nel proprio zaino della vita. Dal loro incontro è nato Il padrone della festa che è subito schizzato ai piani alti. L'ho ascoltato soprattutto perché ero curiosa.

Io inizio subito con L'amore non esiste e le mille spiegazioni per dire che l'amore appunto non esiste, però esistiamo io e te. Abbasso le strategie e le pianificazioni del sentimento.
Discutere e riflettere troppo sull'amore mi riempie sempre di dubbi e perplessità.
Io credo che l'amore, fulcro (o almeno si spera che lo sia) dell'esistenza umana insieme alla conseguente estasi per l'amato/a, non richieda tante riflessioni. Bisogna viverlo e ossigenarsi attraverso di esso senza pensarci su troppo. Se ci si ferma a pensare è l'inizio della fine. Se poi sono gli altri (amici, conoscenti, parenti e affini) a spingere a farlo è la rovina totale. Il mio ideale è io, lui e il mondo che resta fuori dalla nostra sfera dei sentimenti. Utopia insomma.
Ma l'amore esiste eccome e lo sanno anche i FaSiGa.
Dodici tracce che si alternano con i suoni della vita che ci circonda (Alzo le mani).
Life is sweet è un pezzo con sfumature elettro pieno di riflessioni sugli eventi che si susseguono ma a volte anche no. Una dedica a una certa Anna (Canzone di Anna), ma potrebbe chiamarsi in qualsiasi altro modo con una base musicale che sa creare l'atmosfera giusta per seguire i pensieri.
Il padrone della festa ad un certo punto arriva lieve con questa ballata che Silvestri vive sulla sua pelle, ascoltando in sottofondo la ricetta descritta da una voce femminile.
Strumenti a fiato iniziano Arsenico presentando il biglietto da visita di Gazzé. A tratti il pezzo sembra uscire da un funerale d'altri tempi. Ancora Gazzé interpreta Il Dio delle piccole cose con estrema delicatezza come se stesse raccontando una favola a noi bambini attenti.
Mi piace il ritmo miscelato con il calibro alla mano di Spigolo tondo e Come mi pare che è un insegnamento non un brano e basta.
Cazzotti a tutto andare nel racconto dell' Avversario con Funk Silvestri che si intromette piacevolmente di continuo. Per un attimo sembra di essere finiti nella soundtrack di Saturday Night Fever, strumenti a fiato immancabili e protagonisti assoluti di tutto l'album.
Per finire, Silvestri e la chitarra giocano con le parole in Zona Cesarini su una delle cose presumibilmente più serie anche per l'artista stesso. Alessandra Terrone

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