20 luglio 2014

Royal bravada: l'album omonimo recensito in 10 parole

Royal bravada è l'album d'esordio, autoprodotto, dell'omonima band. Fortemente influenzati dal brit-pop e dall'indie rock degli anni 2000, i Royal bravada vogliono essere la colonna sonora di una generazione giovane, travolgente, impulsiva, sregolata, che ama ballare, cantare, ridere e piangere, non necessariamente in momenti diversi.


Recensione in 10 parole: inglese (la lingua dei testi di tutte le canzoni), british (il sound dell'album, in generale, con soltanto qualche piccolissima concessione all'America), ritmi serrati (i battiti sono alti durante tutto il disco: c'è da ballare e non ci si può fermare quasi mai), funky (il basso, che si diverte tantissimo), Chemical brothers (non si rischia di esagerare nell'affermare che la cover di Hey boy hey girl non sfigura a confronto con l'originale e ne coglie benissimo lo spirito), maturità (c'è già. La band sa benissimo che tipo di sound vuole e ha gestito in autonomia il materiale pubblicato nell'album), internazionalità (il brano finale Mad dog difficilmente dà modo di capire di essere stato partorito da una band italiana), diversificare (forse ci vorrebbe in scaletta qualcosa che spezzi il ritmo. C'è Darkside backyards che rallenta un po', ma lo stile è comunque sempre il medesimo degli altri brani). Marco Maresca

Voto: ***

Tracklist:
1. Secrets
2. Drawing circles
3. Thieves friends
4. Round the corner
5. Hold fast
6. Black bones
7. Darkside backyards
8. The wolf
9. Hey boy hey girl (The Chemical brothers cover)
10. Mad dog

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