Mentre ci ritroviamo catapultati indietro nella Repubblica
di Weimar, tra euroscetticismo, xenofobia e populismo estremo, i Manic Street
Preachers pubblicano un album incentrato proprio sull’Europa: Futurology è
il dodicesimo album della band gallese, già definito da NME e Mojo come uno fra
i loro migliori lavori.
Nel maggio del 2013 i Manic Street Preachers annunciavano di
essere al lavoro su due nuovi album, e di avere a disposizione nuovo materiale,
seppur omogeneo. Ecco quindi due dischi che in realtà gemelli non sono: Rewind the Film esce nel 2013 ed è un
album carico di riferimenti al passato e alla nostalgia (potete leggere la
recensione qui.
Futurology sembra il suo Yang: potente, luminoso, pare aver assimilato il meglio dal passato. Non solo dall'esperienza di una band che è in circolazione da più di 20 anni, ma pescando a piene mani dal sound degli anni ’80, dall'elettronica e dal post punk. Ad ispirare i Manics troviamo come sempre l'arte (a partire dalla copertina opera della fotografa Catrine Val, Edvard Munch, Kazimir Malevich e i suprematisti russi), la politica, la propria storia personale, l'attualità.
Futurology sembra il suo Yang: potente, luminoso, pare aver assimilato il meglio dal passato. Non solo dall'esperienza di una band che è in circolazione da più di 20 anni, ma pescando a piene mani dal sound degli anni ’80, dall'elettronica e dal post punk. Ad ispirare i Manics troviamo come sempre l'arte (a partire dalla copertina opera della fotografa Catrine Val, Edvard Munch, Kazimir Malevich e i suprematisti russi), la politica, la propria storia personale, l'attualità.
La titletrack Futurology
è un ottimo brano di apertura, che introduce questo nuovo cammino intrapreso
dai Manics, che – ormai è chiaro a tutti - non hanno paura di rischiare:
sonorità alla New Order e Simple Minds, con un ritornello ipnotico recitato dal
bassista e Ministro della Propaganda Nicky Wire.
Molte band hanno introdotto sonorità anni '80 nei loro
recenti lavori, ma a differenza di altri i Manics dimostrano di saperle fondere
alla perfezione con il proprio stile, inconfondibile ed eclettico: Walk Me
to the Bridge è il primo singolo, potente e accattivante; Europa Geht Durch Mich svela tutta la
teutonicità di un disco registrato tra Cardiff e gli Hansa Tonstudio di
Berlino, grazie alla voce dell’attrice Nina Hoss che ben si amalgama con quella
di James.
Tra le altre tracce degne di nota vi sono Between the
Clock and the Bed, con la partecipazione del frontman degli Scritti
Politti Green Gartside e Divine Youth,
con la meravigliosa voce e arpa della gallese Georgia Ruth.
Un viaggio che parte dal Galles e attraversando le strade
dell'Europa arriva in Russia, o forse è meglio dire l'Unione Sovietica: Black Square è un riferimento all’opera
dell’artista Malevich, Mayakovsky un
tributo strumentale al poeta e cantore della Rivoluzione già citato dai nostri
CCCP e Il Teatro degli Orrori.
Le incertezze di Rewind the Film “I can't fight
this war any more / Time to surrender, time to move on“ sembrano già
superate, i Manics sono più impegnati e attivi che mai e lo dichiarano in Sex,
Power, Love and Money, brano che sfida il disimpegno delle band di oggi “no
black, no white, no left, no right - just four small words that will not be
denied“.
Una voce distante e ipnotica recita ancora una volta European skies, European desires / European
roads, European hopes... Come disse Rainer Maria Rilke: “Il futuro entra in noi, per trasformarsi in
noi, molto prima che accada". Diana Debord
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