5 luglio 2014

Futurology dei Manic Street Preachers, un disco mirato sull'Europa

Mentre ci ritroviamo catapultati indietro nella Repubblica di Weimar, tra euroscetticismo, xenofobia e populismo estremo, i Manic Street Preachers pubblicano un album incentrato proprio sull’Europa: Futurology è il dodicesimo album della band gallese, già definito da NME e Mojo come uno fra i loro migliori lavori.
Nel maggio del 2013 i Manic Street Preachers annunciavano di essere al lavoro su due nuovi album, e di avere a disposizione nuovo materiale, seppur omogeneo. Ecco quindi due dischi che in realtà gemelli non sono: Rewind the Film esce nel 2013 ed è un album carico di riferimenti al passato e alla nostalgia (potete leggere la recensione qui.
Futurology sembra il suo Yang: potente, luminoso,  pare aver assimilato il meglio dal passato. Non solo dall'esperienza di una band che è in circolazione da più di 20 anni, ma pescando a piene mani dal sound degli anni ’80, dall'elettronica e dal post punk. Ad ispirare i Manics troviamo come sempre l'arte (a partire dalla copertina opera della fotografa Catrine Val,  Edvard Munch, Kazimir Malevich e i suprematisti russi), la politica, la propria storia personale, l'attualità.

La titletrack Futurology è un ottimo brano di apertura, che introduce questo nuovo cammino intrapreso dai Manics, che – ormai è chiaro a tutti - non hanno paura di rischiare: sonorità alla New Order e Simple Minds, con un ritornello ipnotico recitato dal bassista e Ministro della Propaganda Nicky Wire.
Molte band hanno introdotto sonorità anni '80 nei loro recenti lavori, ma a differenza di altri i Manics dimostrano di saperle fondere alla perfezione con il proprio stile, inconfondibile ed eclettico: Walk Me to the Bridge è il primo singolo, potente e accattivante; Europa Geht Durch Mich svela tutta la teutonicità di un disco registrato tra Cardiff e gli Hansa Tonstudio di Berlino, grazie alla voce dell’attrice Nina Hoss che ben si amalgama con quella di James.
Tra le altre tracce degne di nota vi sono Between the Clock and the Bed, con la partecipazione del frontman degli Scritti Politti  Green Gartside e Divine Youth, con la meravigliosa voce e arpa della gallese Georgia Ruth.
Un viaggio che parte dal Galles e attraversando le strade dell'Europa arriva in Russia, o forse è meglio dire l'Unione Sovietica: Black Square è un riferimento all’opera dell’artista Malevich, Mayakovsky un tributo strumentale al poeta e cantore della Rivoluzione già citato dai nostri CCCP e Il Teatro degli Orrori.
Le incertezze di Rewind the FilmI can't fight this war any more / Time to surrender, time to move on“ sembrano già superate, i Manics sono più impegnati e attivi che mai e lo dichiarano in Sex, Power, Love and Money, brano che sfida il disimpegno delle band di oggi “no black, no white, no left, no right - just four small words that will not be denied“.

Una voce distante e ipnotica recita ancora una volta European skies, European desires / European roads, European hopes... Come disse Rainer Maria Rilke: “Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, molto prima che accada". Diana Debord

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