7 luglio 2014

Interrato dell'acqua morta - L'album omonimo recensito in 10 parole

A capo del progetto Interrato dell'acqua morta, che vale come titolo dell'album, c'è un giovane cantautore veronese di nome Stefano Battistella. Originariamente concepito come album cantautorale solista, in fase di registrazione il progetto ha coinvolto poi altri musicisti provenienti da varie realtà locali, e l'Interrato dell'acqua morta è diventato quindi una specie di collettivo. Lo stesso album è stato presentato in due modi: sia a nome Stefano Battistella, sia come Interrato dell'acqua morta. A noi è giunto con la seconda denominazione, che recensiamo come tale, e cioè riferendoci ad una band e non ad un singolo autore.


Recensione in 10 parole: cantautorato folk, indie, pop, rock, jazz, country (davanti ad un album particolarmente difficile da decifrare è bene riportare direttamente la descrizione data dallo stesso Stefano Battistella), influenze musicali (verrebbe da citare gli Area, col dubbio però che né Battistella, né gli altri della band, possano cogliere in maniera positiva e costruttiva questa presunta similitudine. E quindi l'accostamento va motivato: perché gli Area? Perché anche in questo caso si forma uno strano coacervo tra un cantautore che scrive testi intensi e provocatori e che fa un uso particolare della voce, e strumentisti che sembrano andare ognuno per conto proprio, chi più verso il folk e la musica etnica, chi verso il jazz), esecuzione (ottima: è un album di buon spessore musicale. Ci sono interventi jazzistici e momenti etno-folk che hanno un loro senso. Il tutto è amalgamato, però, in un modo un po' troppo confusionario). Marco Maresca

Voto: **/

Tracklist:
1. Ne ho piene le palle
2. Ninna nanna delle foche
3. La professione di fede del biscotto savoiardo
4. La sbronza del secolo
5. Angelica
6. Perra sin amor
7. L'autodidatta
8. Ascidia
9. Morte nera
10. Mr. Bombardini

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