A capo del progetto Interrato
dell'acqua morta, che vale come titolo dell'album, c'è un giovane
cantautore veronese di nome Stefano Battistella. Originariamente concepito come
album cantautorale solista, in fase di registrazione il progetto ha coinvolto
poi altri musicisti provenienti da varie realtà locali, e l'Interrato
dell'acqua morta è diventato quindi una specie di collettivo. Lo stesso album è
stato presentato in due modi: sia a nome Stefano Battistella, sia come
Interrato dell'acqua morta. A noi è giunto con la seconda denominazione, che
recensiamo come tale, e cioè riferendoci ad una band e non ad un singolo
autore.
Recensione in 10
parole: cantautorato folk, indie, pop, rock, jazz, country (davanti ad un
album particolarmente difficile da decifrare è bene riportare direttamente la
descrizione data dallo stesso Stefano Battistella), influenze musicali
(verrebbe da citare gli Area, col dubbio però che né Battistella, né gli altri della
band, possano cogliere in maniera positiva e costruttiva questa presunta similitudine.
E quindi l'accostamento va motivato: perché gli Area? Perché anche in questo
caso si forma uno strano coacervo tra un cantautore che scrive testi intensi e
provocatori e che fa un uso particolare della voce, e strumentisti che sembrano
andare ognuno per conto proprio, chi più verso il folk e la musica etnica, chi
verso il jazz), esecuzione (ottima: è un album di buon spessore musicale. Ci
sono interventi jazzistici e momenti etno-folk che hanno un loro senso. Il
tutto è amalgamato, però, in un modo un po' troppo confusionario). Marco Maresca
Voto: **/
Tracklist:
1. Ne ho piene le palle
2. Ninna nanna delle foche
3. La professione di fede del biscotto savoiardo
4. La sbronza del secolo
5. Angelica
6. Perra sin amor
7. L'autodidatta
8. Ascidia
9. Morte nera
10. Mr. Bombardini
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