7 giugno 2014

Il Pan del diavolo e le cupe atmosfere folk ispirate agli States

Come mi piace il nuovo disco del Pan del diavolo, FolkRockaBoom, quadrato album folk, visionario e ritmato.
Un poco più cupo dei dischi precedenti, è stato mixato in Arizona da Craig Schumacher e prodotto dalla band in collaborazione con Antonio Gramentieri (Sacri Cuori).
E' un album all'insegna della continuità, senza sorprese, senza pericolose deviazioni sperimentali: il pubblico ne sarà contento e certamente confermerà il seguito del Pan del diavolo che gradualmente si è ritagliato un posto di tutto rispetto nel panorama indipendente italiano.
Se il "tiro" e il suono rappresentano certamente un elemento saliente, il punto di debolezza, a mio avviso, sono i testi: era possibile osare di più. Non mi piace nemmeno quando Alosi raglia, è uno stucchevole marchio di fabbrica.
Il peggiore episodio è Il meglio, il brano con cui hanno giocato la carta sanremese, senza fortuna. Tra le canzoni più riuscite, invece, Vivere fuggendo e la romantica Il domani con la collaborazione dei Sacri Cuori. Da citare anche Aradia, strumentale brano psicadelico con Andrew Dougla Rothbard, un polistrumentista già al lavoro con i Pleasure Forever, una band che incise una quindicina di anni fa due dischi per la SubPop.
FolkRockaBoom è un disco perfettamente calibrato, di alto livello, con arrangiamenti e produzione esemplare, speriamo non finisca nel cestone dei dischi, accanto a una Maria Antonietta qualsiasi, non lo meriterebbe proprio. Roberto Conti

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