25 gennaio 2014

Il Genio approdano al terzo disco, Una voce poco fa

Non mi ha mai attratto la voga retrò. Mi ha sempre dato un senso di falsa volontà, di spossatezza modaiola, di indigenza a livello contenutistico. Mi devo ricredere grazie a Il Genio, duo milanese (un lui e una lei) che a metà dicembre 2013 fa uscire Una voce poco fa, terzo album in studio, su Ego Music. Propongono una nouvelle vague elettronica e scanzonata, dolce e malinconica al tempo stesso, che rapisce e diverte. Bar cinesi e Motivi plausibili ne marcano sin da subito l’incedere delicato grazie a pianole e testi in italiano che rimangono subito impressi.
E non poteva essere altrimenti, in verità. Ironici, facili, propositivi ed innovativi, che strizzano l’occhio agli anni ’70 con le loro discoteche, le loro frenesie e gli albori della massificazione mediatica a suon di gossip e politica. Tipi logici mette in risalto il pregio principale dell’intero lavoro: la capacità del Genio di non cadere mai né nel trito né nella banalità sonora: usano poco, è vero, ma lo usano bene, Gianluca ed Alessandra. Lo usano in modo raffinato e sofisticato, da veri cultori della musica. La percezione del buio e della luce ci catapulta nella Milano dipinta prima da Scerbanenco e dopo da Genna nei loro rispettivi romanzi gialli, mentre Dopo mezzanotteriprende il tema amoroso giocando con  atmosfere grottesche e magistralmente improvvisate utilizzando accorgimenti musicali degni di un programma a quiz in prima serata datato 1986 d.C..Ho deciso è invece traumaticamente generazionale e parla dell’anno 1983. Fantascienza, pianoforti e crisi di identità.Dieci canzoni da gustare e custodire, da cantare sorridendo e battendo le mani, sino alla finale Groenlandia, riproposizione in italiano della hit spagnola anni ’80 dei Los Zombies. “e io ti cercherò in Groenlandia, in Brasile e in Sardegna, in Giappone e all’Isola di Pasqua". Molto bene, non vedo l’ora di vederli dal vivo. Andrea Vecchio

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