28 novembre 2013

Tempelhof - Frozen dancers - Rec. in 10 parole

Dopo due EP (You k nel 2012 e City airport nel 2013), il duo Tempelhof, formato da Luciano Ermondi e Paolo Mazzacani, pubblica il suo primo lavoro sulla lunga durata, intitolato Frozen dancers (Hell yeah recordings). Non più ambient, né shoegaze, ma un album di elettronica nella sua accezione più radicale.


Recensione in 10 parole: Amiga (pur cercando un altro modo per dirlo, non c'è niente da fare: questo album ricorda tantissimo l'elettronica da inizio anni '90 che si faceva col ProTracker dell'Amiga, il computer che andava di moda all'epoca), artwork (ogni tanto capita che qualcuno scelga di mandare come promo un cd masterizzato, con una copertina disegnata a mano. All'inizio era una cosa originale. Ora affidare la decorazione del cd ad un artista che autografa e numera le copie, come fosse un'edizione limitata, mi sembra esagerato), nord Europa (e soprattutto Inghilterra: terra d'origine di questo tipo di musica), registrazioni ambientali (Skateboarding at night e The dusk), oscillatori (che sanno molto di anni '80), chitarre (che i Tempelhof dichiarano fondamentali nel processo creativo, ma la cui utilità e consistenza si perde spesso), voci (sfigurate e convertite in strumento a loro volta), novantuno (su centodieci: non è un voto di laurea, ma il numero della copia riservata ad AsapFanzine. Chissà se è valida la regola del collezionismo per cui le copie col numero più alto valgono meno delle prime). Marco Maresca

Voto: **

Tracklist:
1. Drake
2. Monday is black
3. Change
4. Nothing on the horizon
5. Sinking nation
6. She can't forgive
7. The dusk
8. Skateboarding at night

9. Running dog

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