30 ottobre 2013

Mind enemies - The darkest way - Rec in 10 parole

The darkest way, EP autoprodotto dei Mind enemies, è un lavoro in cui sono presenti influssi diversi che partono dall'alternative rock, con predilezione per il grunge, spingendosi fino al progressive metal.


Recensione in 10 parole: eclettico (l'album, perché il sound dei Mind enemies riunisce generi che tra loro non hanno davvero niente a che fare, eppure la sintesi che si ottiene è efficace oltre ogni previsione), inglese (il cantato, ma la conoscenza della lingua va migliorata: la biografia della band riportata sul libretto sa tanto di traduttore automatico, e questo dà un'idea di scarsa cura del dettaglio), lacunoso (il cantato: non convinto né convincente nel brano iniziale Son of silence, tecnicamente migliorabile in Another life), scrittura (i brani convincono parecchio sotto il profilo compositivo, in particolare The darkest way, che è un brano magistralmente compiuto, dall'inizio alla fine), progressioni (ce ne sono un po' in tutti i brani, in particolare il finale di The darkest way è molto convincente: ricorda un po' il progressive metal dei Dream theater), potenzialità nonostante grosse lacune (è questo ciò che emerge dall'EP. Ciò non toglie che sulla lunga distanza molte cose possano migliorare), colpisce (questo disco, che ad un orecchio attento non passa certo inosservato). Marco Maresca

Voto: **/

Tracklist:
1. Son of silence
2. The darkest way
3. Another life

4. Oblivion

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