16 luglio 2013

I danesi Iceage con un full lenght noise-punk tutto da gustare

Gli Iceage sono attivi da quattro anni e l’ultimo You’re nothing è il loro secondo full lenght, che questa volta esce per la newyorchese e super hype Matador. Un bel traguardo per il quartetto di Copenhagen, che non mi pare abbia poi gavettato così tanto per approdare con il suo noise punk talentuoso e visionario sul pier di Hoboken. E questo gli fa onore. 
You’re nothing inizia in quinta con il singolone Ecstasy, accompagnato sin dalla sua uscita da un bel video pieno di occhi verdi, stanze di motel e bicchieri.
Quotidianità insomma. Il pezzo in sé è invece  una super ballata noise-punk che arrotonda le “o” e sprona i bassi a mille. Coalition è grezza e stonata come se non ci fosse un domani e le parole non rimangono a tempo nelle strofe. Ma è una vera mazzata di nichilismo veloce veloce. “Ghouls night out” insomma. Burning hand viene introdotta da un minutino di interludio e parte lenta e disperata, biascicando inettitudine e finger food in un alternarsi di lento e rock’n’roll alle volte anche abbastanza spinto, che sul finale implode con un impietoso “Do you hear me?” ripetuto in maniera querula ed assente. Mi senti? Non mi interessa poi così tanto, te lo chiedo giusto per essere sicuro che tu sia ancora qui. Morals è una vera bomba. Piano e marcetta, sospiri e Nick Cave che supervisiona il tutto prima di ripartire con un punkrock ovattato e violento. Wounded Hearts è la canzone dell’album forse più “Matadoraiana”, diciamo:  più vicina cioè alle sonorità degli ultimi Ceremony e Fucked Up. Ci voleva, dai. Soprattutto quando le successive due canzoni, tra le quali spicca Everything Drifts sono mortalmente horror. It might hit first non mi piace, avrebbe dovuto essere un po’ più decisamente Cramps per attirarmi. Il disco si conclude con You’re nothing, canzone che da sola fa reparto come Pruzzo nella Roma dello scudetto: ritornelli, strofa e finale fanno saldo riferimento alle tre parole che faranno degli Iceage un gruppo famoso, forse anche più degli Interpol. Scusate se recensisco solo ora questo disco uscito a febbraio, ma di Matador ascolto e seguo assiduamente solo Ceremony e Fucked Up. Andrea Vecchio

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