20 novembre 2012

Morris Goldmine - Blackout... non solo nel titolo

Ho saputo che sono abbastanza famosi in Italia, questi italiani Morris Goldmine. Per lo meno, lo sono nel "giro". Di quale giro si tratti non importa, lo sono e basta. Informandomi qua e là sul loro conto ho scoperto che hanno sostenuto diversi tour e suonato con artisti famosi, niente male insomma... Il fatto è che per quello che ho ascoltato lo scenario si rivela davvero imbarazzante.
Il loro primo lavoro, un EP in formato CD digipak (va molto di moda, ora) intitolato Blackout, è un'accozzaglia di citazioni più o meno riuscite di tutto ciò che di brutto ha saputo tirar fuori l'indierock negli ultimi tempi. Di primo acchito mi ricordano i Collective Soul, ma di Midwest i Morris Goldmine non hanno nemmeno il taglio di capelli. La voce effettata sino ad essere sporcata sulle più ascoltate tonalità londo/newyorchesi è irritante e se penso che i Peawees, punk rock band ligure secondo me tra le migliori al mondo, facevano ciò quasi dieci anni fa senza usare uno dico uno stratagemma sonoro... questo Blackout diventa addirittura insopportabile.
Qui abbiamo invece introduzioni canore alla Offspring su giri di chitarra in pulito ed atmosfere alla Queen su un path ritimico hard rock, non so se rendo l'idea...
So Good è il brano più riuscito perchè non si perde in inutili stratagemmi ed arriva dritto al punto: pura scuola primi Strokes ma ugualmente apprezzabile. Per il resto, ripeto, ci si perde in un tourbillon di falsi ritmi e voci poco convinte che si preoccupano più dello stile che del contenuto.
Da ciò che sono riuscito ad estrapolare dal perfetto inglese con il quale vengono cantati i pezzi, i testi fanno riferimento alle solite cose, trite e ritrite: droghe, serate e stati d'animo vari. Troppo punk.
Blackout è, per concludere, un dischetto da radio, che spero venga suonato con più rabbia dal vivo. E dico "spero" perchè non avrei l'intenzione di andare a vedere un concerto dei Morris Goldmine nemmeno se venissero a suonare nel garage del mio vicino di casa, che per altro ascolta del sano heavy metal.
Termino con un consiglio, rivolto non tanto ai Morris Goldmine quanto a chi sta leggendo: ascoltate i Peawees o i Senzabenza e lasciate da parte, almeno per una settimana, sciarpette, scarpe a punta e cappelli Havana. Andrea Vecchio

Nessun commento:

Posta un commento