9 luglio 2012

Shandon: 40enni in kilt a passo di punk... Fotoracconto del concerto di Oleggio

Questa sera (scrivo al presente anche se il post lo preparo con immancabile ritardo) sono felice come un ragazzino (non che i ragazzini siano per forza felici, ma mi piace immaginare che lo siano per antonomasia): suonano gli Shandon a Oleggio e questo per me sarà il 51esimo loro concerto, un traguardo effettivamente corposo, anche se risalire al numero esatto di live non è stato certo facile per chi da ormai tanti anni non tiene più nota...
Abbandonati a Novara gli immancabili ritardatari, rispolverata una cresta che francamente fa un po' ridere sui resti della mia capigliatura da trentenne, si parte con maglietta d'ordinanza, collanina borchiata, scarpe da battaglia: destinazione FreeTribe di Oleggio. 
Manca Marion, con lei sì che i "vecchi" tempi sarebbero stati perfettamente rievocati, con quelle trasferte improbabili e i concerti ascoltati nei posti più impensabili, dai grandi palchi dei festival o del Rolling Stones (ormai anche lui è un ricordo) ai centri sociali più sgangherati come quello di via Padova dove ascoltammo un live impossibile da dimenticare...
Gli Shandon da qualche mese sono tornati dopo un bel po' di anni di stop con una reunion probabile "canto del cigno" prima di uno scioglimento definitivo. Questo inverno mi sono mangiato le mani per non averli mai potuti sentire, ma ora si rimedia e in pochi giorni ecco due date, la prima a Milano, al Magnolia e la seconda ad Oleggio. Due live sicuramente molto diversi (accomunati solo dai volumi piuttosto bassi) il primo con tanta gente, tanti volti familiari, il secondo con pochissimi fan e qualche curioso, nonostante la gratuità.
Il tempo è ahimè passato, per me, i cui gusti musicali ora sono diversissimi dal punk, e per gli stessi Shandon, quarantenni ancora in kilt, ma forse non proprio in agio come un tempo... Eppure le emozioni sono le stesse: a Milano ho pogato e saltato tutto il tempo, anche se a metà concerto ero già tutto dolorante. Non nascondo che sulle prime note di alcune canzoni mi è scesa anche una mezza lacrimuccia... Lo so, lo so... sono troppo facilmente emozionabile. Ma è difficile non prendersi bene quando si ascoltano canzoni che hanno voluto dire tanto, legate ad indelebili ricordi e amicizie... Le preferite (per me) sono Pnx, Ruvida, poi Viola e My friends, forse per essere a suo tempo stato coinvolto anche nella realizzazione dei video... I nostri per quanto riguarda il rapporto con i fan e il merchandising sono sempre stati all'avanguardia... Il live ripesca brani del passato, toccando tutta la discografia, compreso Punk billy ska core e Nice try.
Olly parla con il pubblico che è un piacere, addirittura Marco dice qulche minchiata... Chiedono come va? Quali brani piacciono di più, raccontano aneddoti e genesi dei pezzi... Io provoco Olly chiedendo La lunga strada (brano contenuto in un ep e realizzato con i Massimo Volume),  lui mi risponde dicendo che ora come ora abbiamo gusti molto simili... Sarà vero?
Alla fine del concerto di Milano sono marcio di sudore, ho smaltito tutto il vino ingurgitato in enormi quantità e in tutta fretta prima di entrare. A Milano inoltre ci sono sempre almeno 5 gradi in più che nel resto del mondo... La canotta che indossavo è sgualcita e assomiglia di più a un miniabito... Ma sono contentissimo, quasi in estasi. Torno a casa e dormo felice.
A Oleggio invece la situazione è più mesta: c'è poca gente, quasi nessuno conosce le canzoni. Solo pochi volenterosi pogano... Un ragazzo in particolare si ostina a prendere noi altri "poganti" in braccio nel vano tentativo di farci fare stage diving... Sforzo apprezzabile, ma inutile... Salto per tutto il live, ce la metto tutta per animare un po' un pubblico spento e piuttosto distratto. La scaletta è pressochè identica a Milano: anche qui i "ragazzi della Brianza" parlano molto, anche più che nel live di qualche giorno prima... Dialogano col pubblico, lo provocano. Olly chiede chi sia stato ad ascoltarli in passato: qualcuno alza la mano, io gli rispondo che è il 51esimo concerto. Lui un po' stupito di cotanta costanza mi invita sul palco a cantare con loro: come nella migliore delle favole la canzone in scaletta è My friends una delle mie favorite... Un momento certamente da ricordare... 
Il live prosegue a ritmo sostenuto, il pubblico si scalda un po'... Olly invita tutti al banchetto del merchandising dove è disponibile peraltro il romanzo di Max, il trombonista che ha intrapreso la carriera di scrittore. A fine concerto scivoliamo via, l'indomani si lavora presto e sono lontani i tempi del cazzeggio... Prima di andare un saluto ed uno scambio di battute con Marco che spiega che anche loro dormiranno tre ore che l'indomani lavorano tutti. Si parla del festival a Novara dove anni prima suonò con i Corni Petar, di lavoro, delle prospettive future e dei gusti musicali che cambiano: gli dico che dopo anni di punk mi sono stufato e da tempo non ascolto altro che Moltheni. Lui replica dicendo che in realtà è molto più simile agli Shandon di quanto io possa immaginare... Resto scettico, ma comunque molto contento me ne vado a casa nuovamente soddisfatto. Grazie Shandon e arrivederci almeno per una 52esima data.
Roberto Conti foto di Martina Colonna
























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