6 luglio 2012

Intervista ai Modena City Ramblers, headliner dell'Estate Novarese


Il loro concerto è il clou del cartellone musicale dell’Estate novarese, i Modena City Ramblers saranno in piazza Martiri giovedì sera dalle 21.30 in un concerto gratuito che proporrà i successi della band emiliana che da anni entusiasma un numero sempre crescente di fan.
Quest’inverno avevano effettuato un’intervista alla band in concerto al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna, a distanza di alcuni mesi abbiamo nuovamente contattato Davide “Dudu” Morandi, il cantante della band emiliana, per farci spiegare cosa ci attende nel live di giovedì sera.
Cosa ci dobbiamo aspettare dal concerto? 
Sarà un live che proporrà un mix tra i brani dell’ultimo disco “Sul tetto del mondo” e canzoni storiche della band che i fan della prima ora così come quelli più recenti conoscono bene. Rispetto ai precedenti lavori, in questo disco non proponiamo alcun progetto concettuale al quale legare le canzoni. Esse vivono di vita propria e coesistono in un album dedicato a gran parte dei temi che, sia a livello di sonorità che di liriche, da sempre popolano il cosiddetto “universo Ramblers”. Ci sono canzoni aggressive, dove il violino, la fisarmonica e il flauto si rincorrono nel classico stile della band, e brani più lenti dove la voce si stende melodicamente su paesaggi di chiara matrice ballad-folk. In generale, musicalmente, si riconosce chiaramente un largo spazio dei suoni di natura acustica rispetto a quelli elettrici.
Dopo una carriera di 20 anni, pur con varie formazioni (difficile dimenticare lo storico cantante Cisco), come riuscite ad essere apprezzati da un pubblico trasversale, di varie generazioni? 
Riguardo a questo aspetto sentiamo una grande responsabilità, facciamo attenzione a non lanciare messaggi monolitici, piuttosto raccontiamo storie che possano essere trasversali a varie generazioni.
Nel tempo vi sono state date anche molte etichette musicali, in quale vi riconoscete di più? Decisamente in quella di combat folk.
Il titolo del disco prende spunto da una delle sue canzoni, la sognante “Seduto sul tetto del mondo”, piccolo affresco intimista intriso di spiritualità celtica, quali sono gli altri temi proposti nell’album? 
Nei testi, a fianco di liriche ispirate e influenzate dagli accadimenti del mondo attuale (“AltrItalia”, “I giorni della crisi”, ecc.), si assiste al ritorno anche di tematiche più introspettive, fino ad entrare, in “Tra nuvole e terra” e la conclusiva “Specchio dei miei sogni” nel territorio della canzone d’amore. Come in quasi tutti i precedenti dischi, accanto all'italiano, compare anche il dialetto emiliano, come nella cavalcata "S'ciop e Picòun" e nel ritornello della trasognata "Camminare". 
Non è la prima volta che suonate nel Novarese, come vi siete trovati? 
Bene, altrimenti non ci avrebbero richiamato… Mi ha fatto molto piacere vedere molti genitori venirci ad ascoltare accompagnando i figli, una bella scoperta spero anche per loro. Il concerto di quest’inverno è andato molto bene, speriamo vada ancora meglio quello di giovedì. Essendo un evento gratuito ci piacerebbe confrontarci con una platea molto vasta, soprattutto di ragazzi per portare anche a coloro che non ci conoscono il nostro modo di fare musica. 
Roberto Conti

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