23 gennaio 2005

'Ascolti emergenti'

The Marigold - Erotomania **
Probabilmente hanno fatto il passo più lungo della gamba, ma almeno ci hanno provato. Dopo tre demo, gli abruzzesi Marigold arrivano al long play e le aspettative sono elevatissime visto il produttore Amaury Cambuzat, leader di Ulan Bator e Faust, (suona in Mercury) e la presenza di ospiti illustri come Umberto Palazzp in Dogma. Lo stile è un mix tra noise (strizzatine d'occhio ai Sonic Youth), richiami anni ottanta e sonorità dilatate alla Ulan Bator. Il risultato è a corrente alternata: si passa da episodi ottimi come Mercury o Voices, ad altri un po' carenti A simple reflex to the light, in cui la stella polare sembra essere stata smarrita tra suoni caotici e forzatamente ricercati. Nel complesso il lavoro è comunque discreto, con punte di eccellenza (). Terremo d'occhio le evoluzioni. Giovanna Oceania


Samideani - Feed me with love **/
Feed me with love è un disco da ascoltare ovunque... perché qualsiasi posto tu scelga per farlo, non sarà quello in cui rimarrai. I Samideani fanno propria e portano avanti la lezione e l’esperienza di gruppi, che tra gli ’80 e i ’90, (The Jesus and Mary Chain e My Bloody Valentine, per citarne alcuni) si ispirarono, anche e soprattutto, alle geniali sperimentazioni dei Velvet Underground. Immergendo melodie pop e ninnananne oniriche in uno strato denso di rumori e distorsioni, i Samideani danno vita a canzoni tanto malinconiche, quanto placide e trasognanti. Il tutto procede assieme ad un canto che sembra provenire da lontano, caldo ed assolutamente evocativo. E’ pop sporco, distorto, dall’attitudine rock’n roll e psichedelica. Una musica che procede densa, fatta di chitarre che si cercano, si trovano, s’intrecciano per riempire tutto.
Tell me why, è una grande e overture, seguita dalla tenue Am I Deceving myself, una canzone velata da una profonda, ma sottile malinconia. E arriva poi Pop Song, una canzone in bilico fra la desolazione di non essere salvi da nulla, soprattutto da se stessi (ahimè.. ndr) e la voglia di lasciarsi andare in tutto ciò che di buono ci rimane… Feed me with love è un punto d’equilibrio fra opposti: fra rumore e melodicità, fra malinconia e serenità. Il tutto è calibrato in modo intelligente e raffinato, senza mai strafare e mantenendo un’originalità propria.
Ascoltateli. Che mettiate gli occhiali da sole o chiudiate gli occhi non importa, ciò che conta è che liberiate la mente e seguiate musica, voce e parole. Oppure, lasciatevi semplicemente trascinare via. Erika Gigli


Carneìgra - Santinsaldo ****
Raffinati e adulti i Carneìgra presentano il loro secondo disco Santinsaldo: si tratta di un elegante mix di cantautorato e musica popolare ispirata alla tradizione italiana, ma che ha il pregio di non prendersi troppo sul serio. Una formula azzeccata che trova nei pezzi più ritmati ed ispirati alle radici della tradizione (rispetto a quelli intimisti) la formula vincente, con piacevoli inserti di strumentali quali fiati, viole, violini (c’è anche l’ukulele), oltre alla base acustica composta da chitarra classica, batteria, contrabbasso, fisarmonica e voce. I brani da segnalare Nss, Notte, Temperature. Nella stralunata Un milione poi il cantante Emiliano Nigi sottolinea con amara ironia la non facile situazione della discografia domandandosi “cosa resterà di noi”? Che la soluzione venga dal download gratuito (il disco si può scaricare da www.carneigra.it). I temi affrontati nell’album sono comunque molto sfaccettati: le difficoltà del nostro Paese, i migranti (Nss), la memoria storica (Strazzema)… La musica di matrice popolare riesce a cogliere le sfumature, l’attimo, adattando i singoli pezzi al contesto in cui vengono eseguiti, è forse questo il principale pregio di una band che pur non presentando slanci di particolare originalità creativa riesce a scaldare i cuori assai meglio del bicchiere di vino a cui i Carneìgra si fa riferimento in più di un pezzo. La copertina del disco è disegnata dal pittore Luca Bellandi. r.co.

Luca Olivieri - La quarta dimensione *
Compositore e strumentista Luca Olivieri propone La quarta dimensione un disco di dodici brani strumentali a cavallo tra new age, colonna sonora e sagre di paese. Il lavoro vede la partecipazione di numerosi ospiti tra i quali Mario Arcari e alcuni componenti degli Yo Yo Mundi. Poco brioso (il florilegio di strumenti utilizzati si appiattisce un po' dietro le basi di tastiera) il disco presenta il difetto principale della lunghezza. La fine sembra non arrivare mai, ma forse questa è una provocazione voluta (?!), visto che la quarta dimensione rappresenta proprio il fattore temporale. Se qualcuno mai volesse approfondire www.lucaolivieri.eu. g.oc.

E.Drunks - Con tutto l'amore del mondo **
Ognuno di noi ha un suo particolare metodo di trasmettere malessere e inquietudine. Gli E.Drunks, dall’operoso nord est italiano, hanno scelto di farlo mescolando punk, sintetizzatori, chitarre impulsive che solo di tanto in tanto concedono un respiro. Con tutto l’amore del mondo è il loro primo disco, buono, specie nel trasmettere le sensazioni di una gavetta fatta di tanti live sanguigni e sudati. Quale sia il messaggio, al di là di questa sensazione di inquietudine furiosa ed imperante, non si riesce bene a comprenderlo: i testi non sono certamente protagonisti del disco e le parole accompagnano la melodia come semplici comprimarie di un cut-up imprevedibile che a tratti si avvicina al non-sense. L’utilizzo dei sintetizzatori è a volte molto opportuno (Nuda) a volte in eccesso (L’altra faccia di Madonna). Il disco è stato prodotto dalla band con il supporto di Michele Scatena che ha curato il mixaggio di quasi tutti i brani. Con tutto l’amore del mondo può dire la sua, in particolare a livello di carica emotiva, le sonorità necessiterebbero di qualche cesellatura in più. g.oc.

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