17 luglio 2010

Baustelle, al Carroponte un concerto di impatto: pubblico numeroso, pop e pagante

Avevo lasciato i Baustelle con qualche scricchiolio nella performance live, almeno così era stato nel tour di Amen. Al Carroponte di Milano il pubblico è quello delle grandi occasioni, numeroso, pop e pagante. L'attacco è di quelli che mi predispongono favorevolmente, I provinciali è infatti il mio brano preferito della band toscana. La formazione sul palco contempla otto musicisti, tutti si prodigano a suonare (ci sono anche strumenti insoliti: archi, flauto, percussioni...) e a fare cori. L'obiettivo numero uno è visibilmente quello di fornire una performance di impatto. Anche i suoni, con i limiti offerti da Milano sui volumi, sono impeccabili. Francesco e Rachele si alternano, come al solito, dosando con sapienza le energie vocali conservate fino alla fine grazie all'opportuno supporto della band che non li lascia mai soli, specie nei passaggi più impegnativi.
Si prosegue con alcuni brani dell'ultimo I mistici dell'occidente: Le rane, Gli spietati che il pubblico conosce a memoria e l'energica Canzone della rivoluzione.
La performance prosegue senza sussulti, la scalatta a quanto mi dice l'amico Luca, che li ha seguiti in diverse date del tour, è sempre la stessa. Anche le frasi che usano come intercalare sono quelle.
I brani dell'ultimo disco vengono proposti quasi tutti, mentre meno frequenti soni i ripescaggi da Amen e dai primi album: mancano le hit Colombo, Il liberismo ha i giorni contati e Baudelaire, più adatte forse ad un set più elettronico, ma viene proposta Antropophagus che Bianconi dedica alla città di Milano. Dal passato vengono proposte anche Il corvo Joe, Gomma e La guerra è finita. In chiusura Bianconi annuncia: "Questo è un pezzo che parla di uno sport specifico"... dopo molti secondi tutti si accorgono che si tratta di Charlie fa surf, allora cantano e ballano contenti. Roberto Conti

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