8 marzo 2010

Da Bettie Page a Dita Von Teese: uno strip lungo un secolo. Ancora per pochi giorni la mostra a Milano

Il mito di Bettie Page non esisterebbe se non avessimo ereditato quelle meravigliose foto degli anni Cinquanta in cui la sexy diva era al massimo del suo splendore.
Il burlesque deve tantissimo all'arte fotografica. Chi avesse ancora qualche dubbio a riguardo può recarsi alla Mc2 Gallery di Milano dove, fino al 13 marzo, è in corso la mostra con gli scatti di Cesare Cicardini. Titolo: «The New Burlesque», perché oggetto della ricerca di questo fotografo milanese quarantenne, con nel curriculum i ritratti di Maurizio Cattelan, Paolo Conte, Chris Martin e Joss Stone, è proprio la scena americana sviluppatasi a partire dagli anni Novanta. C'è – neanche a dirlo - la regina del genere Dita Von Teese, ma non mancano sue colleghe meno illustri come Dorothy Shaw, Eden Glamorama, Leyla Rose, Missy Malone e Vicky Butterfly, tutte bellissime e tutte incredibilmente «vere». Messe in fotografia raggiungono un'estasi che quasi stride con il desiderio di imperfezione che traspare nei loro spettacoli dal vivo. Eppure è quel dettaglio che le rende meravigliosamente seducenti. Dentro ognuna di queste facce c'è una storia e sono facce che sembrano mappe del tesoro. Segrete e sconosciute. Misteriose e ambigue, certamente fascinose e seducenti. Mai pericolose. Secondo l'autore del reportage, che si è recentemente aggiudicato menzioni d'onore al «Prix de la Photographie» di Parigi e all'«Internationa Photography Award», quelle delle burlesque dancers sono ricette di seduzione senza danni collaterali. Quest'arte, nelle parole di Cicardini, è infatti descritta come «lo spettacolo della seduzione, ovvero la sua interpretazione, dove il successo non è dettato dalla bellezza, ma dalla capacità di affascinare, di creare il gioco, l'atmosfera, la sorpresa. Le burlesque dancers – continua il fotografo - si mettono in gioco in prima persona: nulla è seriale, finto o scontato, tutto è originale e personale. I vestiti vintage, le musiche, il soggetto dello striptease sono studiati ad hoc per la serata. Nel mio lavoro sono sempre alla ricerca della personalità e amo ricercare le contraddizioni, i chiari e gli scuri. Ho una propensione e una curiosità naturale verso coloro che sono capaci di uscire dalla propria ordinarietà per trasformarsi in un altro io».Se c'è una modalità epidermica di stare di fianco alla fotografia, l'autore la interpreta al meglio. La sua fisicità, conosciuta anche in altri progetti, rischia di diventare per Cicardini un tratto distintivo, fortemente riconoscibile. Curiose le circostanze in cui è nato il progetto. «Tutto ha avuto origine – racconta il fotografo – dai miei amici rockabilly che mi hanno introdotto nel mondo del burlesque. Quello che mi interessava era avere un contatto diretto e privilegiato con le performers, volevo ritrarle dal vero, prima dei loro show, per coglierne la verità e non ricrearla. Ho dovuto farmi accettare, altrimenti non avrei potuto stare nel backstage mentre le ragazze si truccano, si svestono e si rivestono per i vari show. Tutti questi ritratti sono stati scattati solo pochi minuti prima che le artiste salissero sul palco». Un universo normalmente «chiuso» che la mostra milanese mette ora a disposizione di curiosi e appassionati del genere.

Cesare Cicardini «The New Burlesque»
Milano, Mc2 Gallery, dal 26 febbraio al 13 marzo
A cura di Denis Curti e Claudio Composti
Per informazioni:02 87280910

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