30 gennaio 2005

Lorenza Negri - Le tante vite di una bibliotecaria

Premio letterario 'Provincia cronica' prima edizione
Lorenza Negri - Le tante vite di una bibliotecaria

Fuori si sta scatenando un furioso temporale. Io al sicuro, protetta dai vetri della finestra, osservo la sua forza dirompente nella staticità della natura che non si lascia sopraffare.
Anche dentro di me c’è un temporale, e i tuoni sono i pensieri che nel mio cervello provocano lampi di consapevolezza che illumina la scena madre. Chi sono? Cosa sto facendo? Perché? Boh. Non lo so: So solo che vivo. Ogni giorno e ogni notte, è un’altra vita.
Oggi come sempre ho scritto a casa. Ho raccontato come vivo la mia vita quotidiana in biblioteca.-Dolce tenera Marina- è così che mi vedono le mie colleghe; non riescono a essere aggressive o invidiose con me: le intimidisce la mia gentilezza e arrendevolezza.
Del resto, in questo luogo mi è naturale, essere cosi: sia nel comportamento sia nel rigoroso modo di vestire. Anche gli abiti che indosso riflettono questo sentire. Mi vesto con colori e tessuti morbidi, leggeri, dai colori tenui,o tailleur dal taglio rigoroso che poco lasciano alla fantasia.
Qui preferisco passare inosservata, cerco di nascondermi anche dietro la pesante montatura degli occhiali, da riposo. I capelli li porto raccolti stretti sulla nuca in uno chignon stretto per non far sfuggire neppure una ciocca.
Mi muovo lentamente, armoniosamente, quasi sfiorando il pavimento, come fanno le ballerine nelle antiche danze russe. Rispondo alle domande delle persone sorridendo e con cortesia. Sono contenta di poterle aiutare a trovare il libro o l’autore che cercano.
Mi sento gioiosamente frenetica e creativa, solo quando compongo la vetrina dei libri della settimana con un argomento particolare. Cerco e trovo tutto ciò che riguarda il tema scelto, sotto tutti i punti di vista, e ho cura di disporre i libri con criteri di importanza ma anche di formato e colori. Perché anche la vista vuole la sua parte.
Questo è il mio modo di liberare la fantasia e la creatività. So che è poco, ma è molto piacevole e poi mi permette di sognare. Mi piace questo ambiente e ci sto molto bene. Qui c’è tanto silenzio, tutto è soffuso, le luci, i suoni, i dialoghi, i pensieri.
L’unico frastuono permesso è il desiderio di conoscere. Si avverte nell’aria, nei mille e più libri raccolti sugli scaffali e negli occhi delle persone che vengono a cercarlo. Anch’io l’aspiro con voluttà e m’inebrio, mi regala un leggero ma piacevole stordimento che mi pacifica con il mondo, con il suo ritmo esasperato, che non mi appartiene.
E’ qui che trovo le risposte a domande ancora da fare, a pensieri che illuminano strade, ancora da percorrere, stimoli e curiosità infinite.
Questa è la vita che mi piace vivere, ogni giorno che il cielo illumina l’alba, nella biblioteca della piccola cittadina di provincia.
Ma appena scende l’oscurità, una energia sconosciuta mi sale dal profondo e mi trasforma e divento un’altra che si chiama Francesca. E’ bello essere e sembrare tante donne diverse. Nessuna personalità è un monolite. A volte può essere un abito che sottolinea, chiarisce perfino, le diverse sfaccettature dell’io. E’ il bellissimo gioco dei ruoli e dell’identità. Giocare con gli abiti può essere divertente, persino liberatorio.
Allora, quando sono Francesca, sciolgo i capelli che come un onda dorata e vaporosa si posano sulle spalle che si rialzano mettendo in mostra i seni impudenti, il corpo snello che si distende sensuale e sinuoso. Mi tolgo gli occhiali che non mi servono più e, gli occhi scintillano al pensiero di ciò che mi aspetta. Anche il viso si rilassa, lasciando una dolce espressione civettuola. Lo specchio mi riflette l’immagine di una bellissima ragazza, prorompente di vita. Finalmente è giunta l’ora per le passioni, rimaste in fremente attesa.
La mente è concentrata su immagini astratte, mentre la mano scopre il quadro in attesa di essere finito. L’osservo con occhio critico e la mano è già con il pennello sui colori. L’ansia creativa mi pervade senza limiti. Il tempo scorre veloce. Ma, lo squillo del telefono mi scuote e mi riporta alla realtà. -E’già, mi aspettano. La notte mi vuole. Anch’io la voglio.-
Eccomi sono pronta. Mi guardo allo specchio, sono soddisfatta dell’immagine che vedo. Però, è stato difficile scegliere cosa indossare, non sapevo chi volevo diventare stasera.
Non sapevo se indossare la giacca di volpe con la camicia in tulle di seta cangiante e shorts, oppure lo spencer in velluto di seta con maniche a sbuffo, e il dolcevita con i fuseaux, abbinandoli alla cintura a morsetto in metallo, e stivali, tutto in nero. Ma poi ho deciso che stasera sarei stata la donna fatale, con indosso un miniabito rosso fuoco a taglio impero in chiffon di seta plissè con fascia di raso a contrasto e scarpe con tacco a spillo. Uno splendore!
Essere una perfetta fashion è entusiasmante, ma molto difficile. Ci vuole molto impegno per crearsi il proprio stile per essere unica. A volte, compro anche tre paia di scarpe dello stesso modello, perché voglio essere l’unica nei dintorni con lo stesso numero che le porta. Appena le vedo su di una rivista le ho già ordinate in qualche sito internet, oppure chiamo tutti i rivenditori di quella marca per verificare la disponibilità del colore e numero. So che devo agire con tempestività e molto anticipo per essere la prima che indossa quel capo in quella stagione, magari anche con più varianti di colore. Tutto ciò senza che si possa giustificare il reale utilizzo. L’importante è essere l’unica, la speciale. Essere la più guardata, additata, ammirata, imitata. Anche stanotte sarò la più bella, la meglio vestita, la star.
Non mi vesto per cambiare la mia vita o me stessa, ma per esprimere un mutamento che c’è già stato. Per dire qualcosa di me di diverso. A volte ho dei momenti di insicurezza: allora non c’è nessun vestito, colore, modello, che mi esprima davvero. Allora dico:- non ho nulla da mettermi-, ma significa solo che qualcosa non va. Che in quel momento non mi piaccio più, che sono confusa. Gli abiti che ho amato ieri non mi rappresentano più. Significa che sto cambiando. Scegliendo un vestito, scelgo nuovamente un pezzetto d’identità.
Quando rientro sono felicemente esausta, è stata un’altra notte fantastica, ho conosciuto persone specialissime, interessanti. Chissà dove andremo insieme, dove mi porteranno questi incontri, cos’altro mi faranno vivere di stupendo. Sono accesa, eccitata, ho voglia di raccontare le cose splendide che mi sono accadute. Ma il sonno mi trascina dolcemente con sé.
Domani è un altro giorno.
La luce si diffonde lentamente e colora la camera con il chiarore dell’alba, sento un cinguettio primaverile, un profumo di caffè mi stuzzica le narici. L’allegro gorgoglio di un ruscello di montagna, mi ricorda che è tutto finto: è solo la sveglia speciale che mi ha regalato la mamma, per darmi un buon risveglio e consolarmi della lontananza. Noi siamo molto amiche, ma ci teniamo a distanza, siamo troppo diverse, ma c’è molta gentilezza, oltre che infinito affetto. Io posso raccontarle solo una delle mie vite, perché non so se capirebbe.
Guardo fuori, il temporale è cessato, l’aria è tersa e profuma di primavera. Mi sento leggera e ho voglia di sognare, come al solito.
Mi cattura sempre più spesso un sogno o è un’ energia che mi pervade?
Sono Gloria, viaggio continuamente per il mondo, in tante città, luoghi bellissimi che da sempre ho desiderato visitare. Ci sono molte persone che sono pazientemente in fila per entrare nella libreria, per avere la mia firma su mio libro appena uscito. Partecipo spesso alla presentazione di film che hanno tratto dai miei libri. Incontro personaggi importanti. Ricevo premi prestigiosi di letteratura. Sono piacevolmente incredula e felice. Vivo tutto con estrema emozione e stupita per gli inattesi e meravigliosi doni che la cornucopia della fortuna mi sta rovesciando addosso.

Ma una profonda tristezza mi ruba il sorriso dal volto, mi sento ingrata, tutto questo e queste meravigliose vite non hanno senso; perché desidero e più di ogni altra cosa l’atto più creativo che esiste.
Desidero dare alla luce una creatura. Voglio piccole mani che si affidano alle mie, ansiose di conoscere il mondo. Voglio vedere occhi stupiti di tutto ciò che è vita. Voglio lanciare la mia vita come freccia verso l’universo infinito.
E’ questo il sogno più bello, fatto con la consapevolezza della vera vita che desidero.
Con Marina, dolce deriva sul mare della serenità.
Con Francesca pura energia vitale.
Con Gloria che crea emozioni.
O chissà quale altra me, che ancora non conosco.

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